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MITI DA SFATARE #3: IL LATTE INTERO FA MALE

La nutrizione funzionale riconosce l’importanza dei lipidi come nutrienti essenziali per il nostro organismo.

Nonostante le evidenze scientifiche, continuiamo ad essere esposti a molte pubblicità di prodotti “senza grassi”, che vengono erroneamente presentati come più naturali e salutari. La paura nei confronti degli alimenti ricchi di grassi ha portato l’industria a lanciare sempre più opzioni “light”, considerate quindi “più magre” o favorevoli alla linea. I consumatori tendono a credere che un alimento magro, caratterizzato da un basso contenuto di grassi e quindi da minori calorie, non contribuisca all’aumento di peso.


Tuttavia, la verità è ben diversa, soprattutto quando si parla di latte scremato e alternative vegetali. Sono davvero più salutari? Spesso non lo sono.

Esaminando i nutrienti delle diverse bevande, scoprirete che il latte intero non provoca un aumento di peso maggiore rispetto a quello scremato, ma che è esattamente il contrario. Il latte e lo yogurt scremati, privi della frazione grassa, risultano più poveri di nutrienti e maggiormente ricchi di zuccheri e acqua. Il grasso presente nel latte, assieme alla vitamina D, è essenziale per l’assorbimento del calcio. Per questo motivo il latte intero può essere una scelta più salutare e nutriente, offrendo una sensazione di pienezza più duratura.

Le bevande vegetali invece si ottengono dalla macinazione di cereali, semi o legumi (come riso, avena e soia) e, invece di contenere grassi sani, presentano spesso un contenuto più elevato di zuccheri, con un indice glicemico superiore, che stimola il rilascio di insulina. Queste bevande rappresentano piuttosto un piacere o una valida alternativa per chi è intollerante al lattosio e desidera mantenere le proprie abitudini alimentari, ma è importante prestare attenzione agli zuccheri in eccesso e differenziare tra i vari tipi di bevande vegetali.

In conclusione, latte, yogurt e formaggi “light” sono frequentemente più costosi, meno sazianti e possono aumentare il consumo complessivo di cibo, contribuendo all’aumento del girovita. L’accumulo di grasso corporeo, in particolare quello addominale, è più correlato agli eccessi di zuccheri che ai grassi sani presenti negli alimenti.


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Dr.ssa Giulia Verdone – Dietista esperta in nutrizione clinica