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INSULINO-RESISTENZA: GUIDA ALIMENTARE PRATICA

L’insulino-resistenza rappresenta una condizione complessa in cui le cellule del corpo perdono la loro sensibilità all’insulina, un cruciale ormone prodotto dal pancreas per regolare i livelli di zucchero nel sangue, noti come glicemia. In condizioni normali l’insulina agevola l’assorbimento di glucosio dal flusso sanguigno, consentendo all’organismo di utilizzarlo come fonte di energia. Tuttavia, quando si verifica l’insulino-resistenza, le cellule diventano meno responsive all’insulina, compromettendo l’efficace ingresso di glucosio all’interno delle cellule.


Il nascere di questa condizione è spesso associato a livelli elevati di insulina per un periodo prolungato, portando l’organismo a sviluppare una resistenza crescente all’insulina e richiedendo quantità sempre maggiori di questo ormone per mantenere adeguatamente sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue. Ciò può portare alla progressione della condizione verso uno stato pre-diabetico fino a sviluppare il diabete di tipo 2. Non solo, ma l’insulino-resistenza è collegata ad altre numerose patologie, come ad esempio la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e le malattie cardiache, contribuendo allo sviluppo della sindrome metabolica. Inoltre, elevati livelli di insulina sono associati a fattori che favoriscono l’infiammazione e la proliferazione delle cellule, comprese quelle tumorali.

Fortunatamente questa condizione non è solo prevenibile, ma anche reversibile, con un focus particolare sulle abitudini alimentari. L’approccio chiave per prevenirla e trattarla è ridurre i picchi glicemici, dato che l’insulina è rilasciata in risposta a repentini aumenti della glicemia. Per raggiungere questo obiettivo, non è necessario evitare gli zuccheri completamente con drastiche diete privative, ma imparare a consumarli in quantità adeguate e, soprattutto, a combinare gli alimenti nel modo giusto. Ecco alcuni suggerimenti utili per ridurre i picchi glicemici: 

non consumare un pasto composto da soli carboidrati e accompagnarli sempre ad altri alimenti con un adeguato contenuto di proteine e/o grassi buoni (es. pasta con le vongole, pane e avocado);

preferire una colazione salata a quella dolce;

scegliere sempre una porzione di verdura come antipasto;

consumare i carboidrati come ultima cosa e mai a stomaco vuoto perché l’ordine in cui si consumano i cibi è fondamentale;

se si decide di consumare un dolcetto inserirlo sempre in un pasto composto da fibre (verdura) e proteine (un secondo piatto) evitando contemporaneamente pane, pasta, patate e frutta;

• fare attenzione alla frutta più zuccherina soprattutto a merenda e preferirla intera, non esagerare con spremute o centrifughe perché private di fibra.


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Dr.ssa Giulia Verdone – Dietista esperta in nutrizione clinica